Il PSdL condanna il divieto del Partito Comunista Polacco
Il 3 dicembre 2025 la Corte Costituzionale polacca ha dichiarato incostituzionale il Partito Comunista Polacco. Il Partito Svizzero del Lavoro (PSdL) condanna questa decisione arbitraria e antidemocratica.
Il Partito Svizzero del Lavoro condanna la decisione della Corte costituzionale polacca di dichiarare incostituzionale e quindi di fatto vietare il Partito Comunista Polacco. Il divieto è indicativo di tendenze preoccupanti in Europa. Con la progressiva militarizzazione e la preparazione alla guerra, aumenta anche, come in passato, la repressione interna, diretta in particolare contro le forze che si battono per la pace. Considerato il militarismo estremo e la retorica bellica che prevalgono in quel Paese, non sorprende che proprio in una nazione come la Polonia il Partito Comunista venga vietato.
Mentre in Polonia vengono pronunciati divieti nei confronti di partiti, l’Unione Europea, che si propone come modello di democrazia e diritti umani, non muove un dito. L’Unione Europea rivela così ancora una volta la sua ipocrisia, il suo orientamento anticomunista e il suo carattere antidemocratico. Timeo Antognini, copresidente del PSdL, afferma: “Le forze pacifiste in Europa sono sotto pressione. Non possiamo aspettarci che i governi borghesi, che promuovono il riarmo, si impegnino a favore dei diritti fondamentali degli attivisti per la pace. Per questo motivo la solidarietà internazionale e la vigilanza sono particolarmente importanti in questo momento.”
Il PSdL è nato dal divieto del Partito Comunista Svizzero (1940) e della federazione socialista svizzera (1941). È solidale con tutti i partiti che sono oggetto di misure repressive a causa della loro identità comunista e del loro impegno per la pace e il socialismo.
Partito Svizzero del Lavoro


