Condividiamo un contributo della compagna, membro del Comitato Cantonale del nostro Partito, Sonja Crivelli sul tema del “Servizio Civico” in votazione a novembre sul piano federale.

La parità fra donne e uomini viene invocata da più parti, anche da chi ci governa, come nell’iniziativa del Servizio civico e messa in votazione il prossimo 30 novembre.

E quando questo avviene, è sempre a svantaggio delle donne.

L’iniziativa chiede ad entrambi i generi un servizio obbligatorio, sia nell’esercito, nel servizio civile, sia nella protezione civile.

Ma le donne danno già un loro contributo alla società ed è il tempo della cura. Crescere figlie e figli, accudire le persone malate della famiglia o in difficoltà, accompagnare le persone anziane, prestare aiuti di vario tipo: tutto questo è lavoro che fa risparmiare allo Stato milioni che dovrebbe investire in infrastrutture adeguate.

Le statistiche ufficiali dicono che nell’anno scorso, le donne residenti in Svizzera dell’età tra i 15 e i 64 anni hanno dedicato in media 34,9 ore settimanali a lavori di cura non remunerati mentre gli uomini della stessa età ne hanno dedicato 22,8. Sono circa 12 ore in più, ore che superano quelle di una giornata lavorativa. Non è menzionata la fascia di età superiore ma sappiamo che le nonne in particolare, alcune aiutate dai nonni, si occupano dei nipoti, integrando la cura con quella dei loro genitori.

Di tutto quel lavoro, poco si dice ma è un lavoro prezioso, indispensabile, poco esibito anche se il calcolo in danaro è considerato superiore al PIL.

Ecco perché le donne dicono No a questa iniziativa. Ecco perché questa parità tra i generi stride e nasconde ancora una volta, sotto il tappeto, il valore del lavoro di cura che le donne già svolgono e gratuitamente: un lavoro al servizio della società.

Sonja Crivelli