Il Partito Svizzero del Lavoro – POP condanna con fermezza le misure proposte nel «programma di sgravio del bilancio», avanzate in seguito alla pubblicazione del rapporto Gaillard, con l’obiettivo di compensare i 2,4 miliardi di franchi di deficit previsti dalla Confederazione. Formazione, trasporti, accoglienza per l’infanzia e istituzioni sociali sono tutti settori essenziali che gli “esperti” della Confederazione intendono sacrificare, nonostante un deficit reale di 80 milioni di franchi – ovvero 30 volte meno del previsto.
Con l’obiettivo di «compensare» il deficit della Confederazione per il 2024, l’esecutivo ha annunciato il 20 settembre 2024 un progetto di austerità che colpisce tutti i settori fondamentali della società, aumentando al contempo il bilancio militare del Paese.
Sono previste 59 misure di taglio, che colpiscono in primo luogo la formazione, le regioni periferiche, la politica climatica e le persone già più fragili e sfruttate. Tra queste misure, una parte è già in consultazione e sarà sottoposta a referendum automatico. Un’altra parte, però, che include ad esempio l’aumento del finanziamento dell’istruzione superiore a carico degli studenti e dei trasporti pubblici a carico degli utenti, la riduzione dei sostegni alla ricerca, alle attività artistiche e sportive, all’accoglienza extrascolastica e alla politica ambientale, non necessita di approvazione alle urne per entrare in vigore.
Il Partito Svizzero del Lavoro – POP si oppone al progetto del Consiglio federale e alla sua politica di austerità, che da anni riduce le tasse e scarica sugli individui il peso dei bisogni fondamentali. Consapevoli del pericolo rappresentato dall’individualizzazione provocata dal liberalismo sostenuto e incoraggiato dai partiti borghesi, chiediamo al Consiglio federale di rinunciare a queste misure deleterie. Invitiamo tutte le organizzazioni di sinistra a unirsi a noi, alleandosi sui referendum necessari per preservare i diritti della maggioranza della popolazione.
Come in ogni fase di deriva a destra del panorama politico internazionale, la formazione e la cultura vengono sminuite o militarizzate. Non sbagliamoci di nemico: la solidarietà non si costruisce a spese di disoccupati, pensionati, studenti, persone senza permesso di soggiorno o sfruttate dai capitalisti nel mercato del lavoro o altrove. Si costruisce attraverso un contributo di ognuno secondo le sue possibilità, per ognuno secondo i suoi bisogni, rafforzando i servizi pubblici, la formazione e la democrazia